Victor Pasmore

opere grafiche
2RC Roma – Milano – 1978

Blue Mandala – 1978

incisione

Autunno – 1978

incisione

Brown image two – 1978

incisione

The blue between – 1978

incisione

Brown image – 1971

incisione e serigrafia

Testo di Valeria Gramiccia

Queste nuove incisioni di Pasmore, eseguite all’acquaforte e acquatinta tra la fine dei 1977 e il 1978, nascono con ‘Il Mostro”.

‘Il Mostro” infatti è la prima incisione che Pasmore esegue senza partire da un progetto. Ha davanti a sé solo una lastra verniciata sulla quale versa una soluzione che scorrendo scioglie la vernice, scoprendo così le forme che saranno poi morse dall’acido e modellate dall’acquatinta. Opera, quindi, tutte le modifiche che ritiene necessarie, come spostamenti di elementi o aggiunte di nuovi elementi. Con questa tecnica Pasmore ha potuto creare direttamente sulla lastra cogliendo momento per momento il suggerimento che l’immagine gli proponeva: usando direttamente la lastra come progetto.

Questo modo di procedere, malgrado l’apparenza, non lascia spazio al caso. E’ l’artista che muovendo la lastra, guida e controlla la forma che si determina. Pasmore ha potuto così ottenere delle forme ampie con margini morbidi e mossi che altrimenti sarebbe stato più difficile raggiungere. Con questa tecnica sono nate, oltre a”Il Mostro” anche “La Guerra”, “The Blue Between”, ” Un bel dì vedremo”.

Questo ultimo titolo è dato da Pasmore alla grande stampa verticale. Il fatto che sia andato a cercare lo spartito pucciniano per ricopiarne le note, non è casuale: è quasi un voler richiamare l’attenzione sull’importanza che esercita la musica su di lui, di come è evocata nella sua pittura. Alcune volte le forme che fuoriescono dallo spazio definito della lastra si presentano come una nota acuta: altre volte le pause, i rapporti – giocati ora sui bassi quasi monocromi (come nella “Grotta di Calipso I” e la “Grotta di Calipso II”), ora sulla dissonanza, (Immagine Grafica Due”, “Blue Mandorla”) – mantengono i ritmi di una partitura musicale.

Queste grafiche, pur nella novità dell’esecuzione, rappresentano così bene la continuità dell’opera di Pasmore. Continuano a proporci le grandi composizioni quasi da murale e il rigore delle sue forme costruite, mai private della libertà e dello spirito che sono sempre insiti nella sua opera.