Arnaldo Pomodoro
Frammenti
sculture e opere grafiche
2RC Roma – 2005
La 2RC Edizioni d’Arte dopo una lunga collaborazione con l’artista Arnaldo Pomodoro, che risale sin dal 1968, è lieta di presentare il libro Frammenti, prodotto in occasione del 65° anniversario dell’associazione “Cento Amici del Libro”. L’ Associazione, in questi 65 anni ha pubblicato 37 volumi con testi di scrittori classici.
La presente stampa di sette frammenti è stata estrapolata da “L’arte dell’uomo primordiale”, un testo di Emilio Villa risalente agli anni sessanta. Da una parte l’opera, attingendo a un testo inedito, documenta le argomentazioni con le quali Villa mirava a cogliere e sostenere una contiguità tra arcaicità e attualità, tra le rappresentazioni lasciateci dall’uomo preistorico e le creazioni dell’artista moderno, al di là di ogni distanza cronologica e di ogni steccato disciplinare; dall’altra grazie alle superbe calcografie di Pomodoro, costruisce un tangibile esempio della fecondità delle ipotesi villiane. In queste pagine, l’espolorazione della preistoria diventa inscindibile da quella diretta a evidenziare la complessità del rapporto che vincola il nostro presente al passato più remoto.
Pomodoro nel 2002 realizzò 7 bassorilievi di bronzo, ispirati a questo progetto che accompagneranno il libro all’ interno della mostra.
Dal volume Sette Frammenti a cura di Aldo Tagliaferri:
Affrontando l’arduo compito di aderire alle tesi villiane senza cadere nell’atrofia simbolica da esse stigmatizzato, Arnaldo Pomodoro le ha prese in parola, cioè le ha tradotte nei termini di un orizzonte segnico che esalta i valori materici e plastici ma, al contempo, rivendica per sé piena autonomia da ogni sapere che si pretenda assoluto e conclusivo. Il segno di Pomodoro allude sia a quello “primordiale” sia a quello “moderno” e in questo doppio rinvio trova la propria energia, mentre si misura con il paradosso dal quale hanno preso le mosse grandi artisti di ogni epoca: la pienezza totale del senso di un segno di cui ignoriamo un codice è impossibile, ma è costitutivo del segno che definiamo artistico l’agire, il produrre sensi possibili, nonostante la non-presenza che tale segno implica. E per elaborare a modo suo l’afflato cosmico che attraversa i sette frammenti, per coniugare il paradigma del visibile con quello dell’invisibile, Pomodoro si impossessa coerentemente anche della testualità villiana “sacrificandola”, trasformandola in evento visivo, ossia inventando uno spazio in cui materia, segno e scrittura si condizionano inestricabilmente a vicenda. L’effetto smagliante e solenne cui perviene Pomodoro attualizza e sviluppa il tema del “nutrimento” articolando in epifanie distinte ma anche sorrette da una fitta rete di correlazioni che le raccoglie, e in ultima istanza le annoda tra di loro, secondo un disegno unitario. Il risultato finale consegue, insomma, dalla sinergia di “segnali simbolici”, primordiale e villiani, sui quali l’artista ha saputo innestare la potente valenza stilistica del proprio segno personale.