L’arte della stampa
opere grafiche – 1974
Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma
Testo di Palma Bucarelli
Fin dal Cinquecento la grafica ha adempiuto alla funzione di riprodurre le opere d’arte salvando almeno alcune delle componenti della qualità artistica degli originali e diffondendone la conoscenza, sia pure incompleta. Fin dal principio, tuttavia, si è riconosciuta la possibilità che le tecniche dell’incisione potessero produrre valori artistici autonomi e perciò originali: valori che non erano diminuiti nella loro qualita dalla quantità degli esemplari. Si sfatava così il pregiudizio che l’originalità di un’opera d’arte fosse indissolubilmente connessa con la sua unicità e irriproducibilità, e si tracciava una distinzione ben netta tra la grafica di riproduzione, con finalità devozionali o didattiche, e la grafica creativa, con proprie finalità artistiche. Ma una tale distinzione ha perduto ogni ragione di esistere da quando sono state trovate e via via perfezionate tecniche di riproduzione meccanica, evidentemente più soddisfacenti, al fine della divulgazione, delle tecniche tradizionali della incisione.
Oggi il pregiudizio dell’unicità dell’originale artistico è definitivamente superato; e sempre più chiaramente si delinea la distinzione tra il concetto di ri-produzione e quello di produzione in esemplari plurimi, ciascuno dei quali conserva e trasmette intatta la sua qualità di « originale ». Bisogna inoltre tener presente che la grafica contemporanea, utilizzando largamente le scoperte della scienza e della tecnologia moderna, mette a disposizione della ricerca estetica un mezzo piu duttile ed efficace delle tecniche artistiche tradizionali, la cui crisi si va facendo sempre più profonda.
Stiamo vivendo, nel campo dell’arte e della cultura artistica, una fase di trasformazione radicale, non dissimile da quella che l’invenzione della stampa produsse nella cultura umanistica: la grafica d’oggi è già in grado di permettere a diversi strati sociali, e forse presto a tutti, il godimento integrale ed il possesso di vere e proprie opere d’arte e non più di loro stinte e degradate riproduzioni. Ha assunto così nuova importanza la figura dello « stampatore », collaboratore necessario e primo interprete dell’artista: una figura che, seguitando il paragone con la stampa, è in certo senso simile a quella dell’antico editore che « collaborava » con i suoi autori, come, per fare un esempio, Aldo Manuzio con Erasmo da Rotterdam. Lo stampatore ha oggi una duplice responsabilità: verso gli artisti, delle cui opere grafiche individua e rivela la qualità assoluta, e verso il pubblico, a cui garantisce il godimento ed eventualmente il possesso di opere incontestabilmente originali. Egli è consapevole che, mediante le sue « edizioni », esercita sulla cultura artistica del pubblico un’influenza destinata a diventare tanto più estesa e profonda quanto più, con lo sviluppo dei mezzi tecnici e delle condizioni del mercato, le tirature saranno numerose e la fruizione piu diffusa. Ed è inoltre consapevole che proprio alla sua attività è affidato il delicato compito di preservare e conservare quei valori di qualità che oggi taluni artisti e perfino taluni critici dichiarano scaduti e non più producibili, ritenendoli, chissà perchè, legati al privilegio dell’originale unico e del possesso esclusivo.
Uno dei più colti e consapevoli degli stampatori moderni, Valter Rossi, si è reso conto che la sua attività è collegata al museo e alla nuova funzione del museo, allo stesso modo che l’editoria è collegata alla biblioteca; e che delle opere d’arte grafica un esemplare deve andare al museo, come di ogni libro un esemplare deve andare alla biblioteca. Ha perciò deliberato di donare alla Galleria Nazionale un esemplare di tutte le opere grafiche che produce; e questa mostra presenta appunto il primo gruppo delle opere donate.
Nell’esprimergli tutta la gratitudine che merita, voglio sottolineare che il suo non è un gesto di mecenatismo, ma un’operazione culturale non meno intelligente che generosa. Egli sa bene che il museo non è il luogo dove si contemplano e si ammirano, ma quello dove si consultano e si studiano le opere d’arte, e che la grafica è fatta per essere consultata e studiata ancor più che contemplata e ammirata. Il dono della raccolta che qui si espone, oltre che una chiara dimostrazione della perfezione tecnica raggiunta nel campo della grafica, è un contributo alla funzione culturale, più ancora che al patrimonio, della Galleria Nazionale.
All’esposizione delle opere donate (65 fogli, oltre un libro con 10 fogli di Pasmore e una lastra inedita di Capogrossi) si sono aggiunti alcuni esemplari delle opere la cui tiratura era quasi esaurita e perciò non disponibili, per l’interesse che esse potevano avere ad essere conosciute. Alla mostra si è voluto dare anche un carattere didattico, esponendovi strumenti ed attrezzature di stamperia, oltre ad alcune lastre, e dandovi dimostrazioni pratiche dei procedimenti tecnici. Vorremmo insomma, con questa iniziativa, non solo far conoscere un arricchimento importante delle nostre raccolte, ma anche avvicinare il pubblico all’opera grafica, al gusto e all’apprezzamento della stampa d’arte di alta qualità, suggerendo di conseguenza il concetto, che vorremmo più diffuso, che molto meglio è possedere un esemplare originale, anche se multiplo, di un grande artista che non un’opera mediocre, anche se unica.